Le Epigrafi del Museo Irpino
Entrando nel Museo Irpino di Avellino e attraversando il corridoio, le epigrafi investono il campo visivo: ovunque si guardi, si vedono iscrizioni ed immagini che raccontano un’antica storia, la storia dell’Irpinia antica. I testi parlano una lingua antica che tramanda la memoria degli antenati, le loro tradizioni, la loro cultura. Salta subito agli occhi la grande epigrafe del Dio Silvano, proveniente dalla zona di Caposele, paese in provincia di Avellino. Chi era il Dio Silvano? Era una divinità dei boschi a cui Phaon dedica questa epigrafe di ringraziamento per aver vigilato sulla salute dell’imperatore Domiziano.

Procedendo, nella sala della dea Mefite, ecco due cippi con iscrizioni: uno dei due reca delle lettere di difficile interpretazione. Bisogna avvicinarsi e seguire il percorso circolare delle lettere che avvolgono il cippo cilindrico: ecco che cominciano a delinearsi dei nomi che si scoprirà essere di tre magistrati del secondo secolo a.C..

Riprendendo il percorso all’interno del Museo attraverso il corridoio si incontrano alcune steli funerarie testimoni della grande importanza e sacralità che i popoli autoctoni riservavano alla morte. Le steli hanno, infatti, la capacità di rendere immortale il ricordo dei defunti, tramandandone il ricordo ai posteri.

Per continuare questo viaggio, visitate il Museo Irpino e ascoltate la storia che le epigrafi vi racconteranno.