Visita a Palazzo Fruscione

 

 Palazzo Fruscione

Palazzo Fruscione sorge in pieno centro storico – tra Via Adelperga ed il Vicolo Barbuti – ed è considerato l’edificio più significativo della storia dell’architettura civile di Salerno. Oggi parte del patrimonio comunale, il Palazzo è ancora conosciuto col nome degli ultimi proprietari, i Fruscione, ai quali l’immobile è stato espropriato nel 1967, anno in cui il Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale Antichità e Belle Arti) ne ha dichiarato il notevole interesse pubblico, sottoponendo il bene, pertanto, alle disposizioni per la tutela dei beni di interesse storico artistico. La costruzione del Palazzo risale al Duecento (spiccano archi e volte in stile longobardo-normanno anche se l’impostazione generale è ottocentesca) e scavi recenti hanno rivelato che esso sia stato eretto, almeno in parte, sulle fondamenta di una costruzione termale d’epoca tardo-romana. Attualmente l’edificio si sviluppa su cinque livelli fuori terra, con un’altezza di quasi 25 metri. Intorno al 1950 sono stati eseguiti, ad opera della Soprintendenza, dei lavori di restauro, con i quali si sono ripristinate alcune membrature architettoniche originali dell’edificio.

Nel 2009, il Comune di Salerno ha previsto un piano di recupero edilizio, di consolidamento e di restauro del palazzo. I lavori, iniziati nel dicembre del 2009 e terminati nell’agosto del 2013, non hanno modificato la struttura originaria, riproponendo, dove possibile, gli stessi materiali e tecniche, intervenendo su volte, solai e murature e curando il rifacimento completo della facciata esterna e del tetto. Sono state rinvenute tracce di muratura che rinviano ad un complesso termale d’epoca imperiale, dei mosaici e degli affreschi del II secolo. L’ambiente con il mosaico, le cui pareti sono rivestite da decorazioni in rilievo di stucco e dipinti, apparteneva alle terme di I-II secolo d.C., individuate nel sedime del palazzo arechiano posto a sud di palazzo Fruscione.

Finalità dei lavori è stata rendere il Palazzo un tutt’uno con la vicina Chiesa di San Pietro a Corte e la sala del palazzo reale normanno, andando a costituire una vera e propria isola archeologica per riscoprire la Salerno dell’epoca.

L’edificio conserva alcuni pregevoli elementi architettonici scolpiti in tufo disposti su tre livelli. Il fronte orientale mostra tre ordini di decorazione composta da porte con tarsie in tufo al piano terra, finestre bifore scolpite al primo piano e una fuga di polifore intrecciate al secondo livello. Le tre aperture sulla strada sono sormontate da archi a tutto sesto intrecciati con tarsie in tufo grigio e giallo, ognuna fornita di due colonne laterali. Per questo si deve considerare Palazzo Fruscione non come un edificio appartenente ad un periodo limitato, ma di un complesso di strutture, particolari, che corrispondono a diverse fasi storiche. Dall’analisi delle fasi costruttive e dalla ricerca di archivio, il palazzo, nel suo divenire, ha sempre risposto alla medesima destinazione funzionale di abitazione. Un uso che, a seconda delle condizioni socioculturali, economiche ed urbane, ha trasformato l’attuale costruito per il quale solo nel nostro secolo si pone la necessità di una destinazione d’uso diversa.

Palazzo Fruscione conserva i resti di un edificio normanno di XII secolo che aveva almeno due piani, due corpi di fabbrica con livelli differenti e un fronte su via dei Canali. Esso fu interessato dal riassetto dell’isolato avvenuto nel corso del XIII secolo, fase cui potrebbero appartenere le porte su via dei Barbuti. Senza dubbio gli ambienti su via Adelperga furono realizzati dopo la metà del XIII secolo ma purtroppo non è possibile associarvi nessuno degli elementi architettonici scolpiti superstiti. Il secondo piano è da considerarsi un intervento unitario, verosimilmente di fine XIII inizio XIV secolo. Le strutture di collegamento con gli ambienti del primo piano furono negate dall’impianto dell’attuale scalinata di XVII-XVIII secolo, epoca in cui il piano terra fu adibito a stalle. In seguito si cercò di restituire decoro agli ambienti formando vani ampi impreziositi da elementi di spoglio come i due stipiti di marmo decorati con racemi di vite e grappoli d’uva posti all’ingresso del salone del piano terra.

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